Home economy

Il bello di stare a casa

Il bello di stare a casa

Home economy

C’è stato un tempo in cui rimanere in casa il sabato sera non era ammissibile, non si condividevano foto in pigiama e non si organizzavano maratone di serie tv in streaming sul divano. Questo tempo pare essere finito e rimanere al caldo, davanti alla tv – o meglio ancora, davanti Netflix – non è più un tabù sociale, ma è anzi socialmente accettato e glorificato.

Già prima dell’avvento di #iorestoacasa e delle restrizioni da pandemia mondiale, la tendenza a preferire lo stare in casa si stava già affermando. In America da qualche anno si parla di home economy o di stay at home economy per indicare un tipo di business che ruota proprio intorno al consumare da casa. Ma non si tratta solo di acquisti online e cibo d’asporto. Dietro la voglia di rimanere in casa ci sono bisogni, aspettative tradite e paure, vissute soprattutto dalla generazione dei Millennial.

Giovani, carini e male occupati

Ma cos’è che ha favorito questo scenario? Sicuramente il clima di incertezza politica, sociale, economica e sanitaria in cui ci siamo trovati e continuiamo a trovarci. Molti giovani – e meno giovani – tendono a svolgere molte delle attività giornaliere in casa: lavoro, acquisti, divertimento e adesso anche esercizio fisico e cura di sé. Stare fuori non sempre è meglio, specie quando non si hanno molti soldi da investire o quando si lavora di più ma con meno certezze e meno guadagni. Così si tende a risparmiare e a concentrare il meglio dell’intrattenimento e della cura di sé all’interno delle proprie mura domestiche.

Dal lavoro all’intrattenimento

Stare in casa però non significa non spendere, anzi l’industria della home economy diventa sempre più ampia e diversificata. Cresce la richiesta di intrattenimento domestico, come film in streaming e videogiochi e crescono anche le app da cui è possibile ordinare cibo online. In aumento anche le realtà per l’acquisto e la consegna a domicilio di alcolici, per non parlare dei siti di shopping online. E non solo. Un altro settore a beneficiare della home economy è quello dell’industria della cura di sé e del benessere, con maschere per il relax casalingo, candele profumate e accessori per la beauty routine.

Si spende di più per il proprio ambiente domestico e per sé stessi, come conforto e rifugio dal mondo esterno. Si cercano serie avvincenti che consentano di vivere emozioni anche dal nostro letto o divano. Stare in casa è diventata un’attività “instagrammabile” e non a caso anche l’abbigliamento casalingo ha avuto una spinta significativa, con tute e pigiami comprati apposta per “l’occasione”.

Non è più necessario cercare scuse, non serve dare spiegazioni. Tutto quello che serve è lì, a portata di letto.

di
Lorena Peci

Ho ancora tanti libri da leggere e tanti luoghi da visitare. Introversa e sognatrice, scrivo per passione e per lavoro. Il primo libro che ho letto si chiamava Vita da cani con tre gatti e da allora la mia vita ha preso una buona strada: amo i libri, i cani e i gatti.

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