Influencer sì, ma genuini. Dai Ferragnez ai genuinfluencer

Influencer sì, ma genuini. Dai Ferragnez ai genuinfluencer

I tempi cambiano anche per gli influencer. Dopo lo stand-by forzato di vite patinate e serate in giro per locali dovuto alla pandemia, c’è stato un generale ridimensionamento nell’ostentazione della perfezione sui social. Non solo la gente comune ha iniziato a mostrarsi in scenari più intimi e casalinghi, ma anche personaggi famosi e influencer sono passati a una narrazione di sé stessi più genuina. Il sentire comune è cambiato e la tendenza è più quella di prendere le distanze dal mostrare troppo lusso, troppa perfezione o troppa aspirazione.

Questa tendenza, unita a quella della sempre maggiore segmentazione degli interessi che porta a suddividere i pubblici in nicchie, sta portando all’ascesa dei genuinfluencer.

Chi è l’influencer “genuino” 

Si tratta di influencer con un discreto seguito che hanno come scopo principale quello di informare su temi specifici su cui hanno competenza. I genuinfluencer si trovano per lo più tra i micro influencer – tra i 10-50 k follower – e i nano influencer – meno di 10 k follower. Il loro pubblico è più ristretto ma molto più attivo e coinvolto in quanto i temi scelti sono specifici e le discussioni sentite e mai superficiali. Come spiega l’antropologa digitale Alice Avallone in un’intervista a Morning Future: «Parlano soprattutto di tensioni sociali e culturali. Questo può avvenire attraverso il racconto di un nuovo libro sul femminismo, una linea di profumi no-gender, un oggetto prodotto in modo sostenibile. Se parlano di una tavoletta di cioccolato, rendono consapevole la propria community della composizione, dell’origine degli ingredienti e dei benefici: in una parola sola, informano».

Così veri, così affidabili  

Neanche a dirlo, il loro modo di comunicare e di presentarsi è spontaneo, autentico, privo di costruzioni. Le immagini e i testi che propongono sono comprensibili e poco artificiosi; la loro forza sta proprio nel mostrarsi così come sono, vicini alla normalità di tutti e per questo vengono percepiti come più veri e affidabili. Le community di follower che si creano intorno a loro sono molto attive e la loro influenza, circoscritta a determinati ambiti o aree geografiche, può risultare più forte rispetto a quella di un influencer “vip” con milioni di follower. In poche parole, la loro voce non è diretta a un “pubblico generalista”, ma a un gruppo specifico, con un interesse reale ad ascoltare ciò che dice perché considerato utile e affidabile. Un po’ come dire: se lo dice lui – che è vero e autentico e ne sa – mi fido.

Si va dunque verso la fine dell’era della perfezione e della mostra di sé a cui ci hanno abituato i social network fino ad oggi? Quello che è certo è che si va verso nuove forme di comunicazione e questo interessa anche i brand. Fare affidamento su piccoli influencer capaci però di convogliare interesse e interazioni maggiori e di parlare in modo chiaro e diretto è la chiave per creare community vere e attive. Dunque la tendenza pare essere: meno influencer, più genuinfluencer.

di
Lorena Peci

Ho ancora tanti libri da leggere e tanti luoghi da visitare. Introversa e sognatrice, scrivo per passione e per lavoro. Il primo libro che ho letto si chiamava Vita da cani con tre gatti e da allora la mia vita ha preso una buona strada: amo i libri, i cani e i gatti.

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