Sanremo & Satira, storia di una polemica che ritorna

Sanremo & Satira, storia di una polemica che ritorna

Come ogni Festival di Sanremo che si rispetti, anche per questa edizione ci siamo ritrovati a commentare le gesta (o i misfatti) di un comico. Quest’anno è toccato a Checco Zalone e al suo sketch “La favola LGBTQ”.

Ciò che è stato contestato a Zalone è il non aver saputo affrontare il tema nel modo corretto, sminuendo proprio quello che in partenza avrebbe dovuto denunciare: la discriminazione della comunità LGBTQ e delle donne. 

C’è chi grida al genio, chi si chiede se Zalone abbia centrato o meno l’obiettivo o se la scena sia stata solo una mal riuscita parodia ai danni di ciò che si voleva condannare.

Un comico che fa notizia per ciò che dice all’Ariston non è una novità. Cambiano i temi per cui ci si indigna, certo, ma l’elemento di disturbo e di shock ritorna nel tempo. Basta pensare ad alcuni dei casi che più hanno segnato la storia del Festival nelle sue passate edizioni. Ed eccoli qui, tre esempi di satira e polemiche a Sanremo.

Roberto Benigni, tra baci, mani lunghe e “Wojtilaccio”

Partiamo dai primi anni ’80 con Roberto Benigni. Il suo primo intervento al Festival è rimasto nella storia per aver parlato senza freni della Chiesa cattolica e per aver appellato Papa Giovanni Paolo IIWojtilaccio” (fatto che gli costò diverse denunce da parte di diverse associazioni cattoliche). L’episodio forse più famoso di Benigni al Festival è però quello del 2002, quando saltò addosso all’allora conduttore Pippo Baudo palpandolo e toccandolo.

Alessandro Siani e la frase di troppo al ragazzino tra il pubblico

«Ce la fai ad entrare nella poltrona? Da lontano pensavo fosse una comitiva». Questa la frase incriminante per il comico Alessandro Siani, rivolta a mo’ di battuta a un ragazzino tra il pubblico. Ospite a Sanremo nel 2015, prima di salire sul palco Siani passa dalla platea dove un bimbo si precipita a stringergli la mano. Siani prima lo saluta, poi ironizza sulla sua corporatura. 

Luciana Littizzetto e Maurizio Crozza a Sanremo 2013

L’anno in cui le polemiche sono cominciate ben prima del Festival, per colpa di una frase pronunciata da Luciana Littizzetto durante uno dei suoi monologhi a Che tempo che fa.

«Torna Berlu, sale lo spread. Io, non dico un pudore che è un sentimento antico, ma una pragmatica sensazione di avere rotto il c… ?»

Nel 2013 le date di Sanremo combaciano con un periodo di campagna elettorale e il commento della comica viene mal digerito dai vertici Rai, tanto da proporre la posticipazione della kermesse. Alla fine le date non vennero spostate e la Littizzetto andò al Festival. Ci pensò comunque un altro comico ad alzare la polemica: Maurizio Crozza e la sua parodia di Berlusconi.

Questo breve excursus su comici e polemiche al Festival ci fa capire forse una cosa: Sanremo è Sanremo perché ciclicamente ci porta a riflettere e ad indignarci, ad amarlo o a sdegnarlo. Ma è comunque una certezza.

di
Lorena Peci

Ho ancora tanti libri da leggere e tanti luoghi da visitare. Introversa e sognatrice, scrivo per passione e per lavoro. Il primo libro che ho letto si chiamava Vita da cani con tre gatti e da allora la mia vita ha preso una buona strada: amo i libri, i cani e i gatti.

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