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26 Nov Perché “Strappare lungo i bordi” e l’animazione ci piacciono così tanto
Perché “Strappare lungo i bordi” e l’animazione ci piacciono così tanto
![strappare lungo i bordi](https://www.pensierovisibile.it/wp-content/uploads/2021/11/strappare.png)
Come mezza Italia negli ultimi giorni, esco da un binge-watch di Strappare lungo i bordi, la nuova serie animata di Netflix scritta e diretta da Zerocalcare.
Critiche sull’accento romano a parte, la serie è piaciuta tanto. Sarà che era su Netflix, sarà che era corta e sarà che era di Zerocalcare, l’abbiamo guardata tutti. A me questa cosa ha fatto impressione. L’ultima volta che ho visto quelli della mia generazione impazzire per un cartone ero in terza elementare e su Italia 1 erano arrivati i Pokémon.
Va bene la facilità di fruizione, okay la durata… ma se il successo degli episodi fosse dovuto anche al media? Quanto ha a che fare l’animazione con l’entusiasmo che abbiamo provato nel girare per Roma con Zero, Secco e Sarah?
Alcune caratteristiche intrinseche di questa tecnica ci fanno amare a prescindere la maggior parte dei contenuti prodotti in questo modo. Vediamole insieme.
La possibilità di esplorare i mondi più disparati
Pensaci: l’animazione ha un potenziale espressivo illimitato. Ci può garantire accesso sia al mondo reale, quello in cui viviamo noi, che ad un’infinità di mondi astratti o ambienti fantastici nei quali semplicemente, per le leggi della fisica, non potremmo entrare.
Nel caso di Strappare lungo i bordi mi viene in mente qualsiasi scena con l’Armadillo, o a quando Zero ci fa salire in sezione nel terreno tra la fermata Colosseo e la superficie, facendoci vedere una serie di reperti come un Game boy e i suoi stessi libri.
La stratificazione del messaggio
I film d’animazione sono come i Ferrero Rocher: ogni strato è meglio dell’altro.
Si può scegliere di guardare solo lo strato superficiale e concentrarsi sui colori e i disegni; altrimenti, puntare gli occhi sullo strato subito sotto e dare attenzione alla colonna sonora e alle battute; o ancora focalizzarsi sul messaggio più profondo e piangere tutte le lacrime che si hanno in corpo.
Il senso di nostalgia
Cosa non daremmo per sentirci di nuovo bambini e riprovare quel senso di meraviglia? Ah niente, daremmo qualsiasi cosa, qualsiasi. Che è un po’ il motivo per cui nell’ultimo periodo tantissimi film sono remake o reboot di vecchi franchise.
Va bene il Simba fotorealistico o la Mulan in carne e ossa, ma lo stesso effetto lo possiamo ottenere guardando una serie animata. Basta uno sguardo e torniamo indietro a quella mezz’ora dopo-scuola-ma-prima-dei-compiti che abbiamo passato sul divano tutti i giorni per un’era.
In Strappare poi il senso di nostalgia è doppio, dato che Zero ha fatto di tutto per ricordare a noi Millennials che i 30 e i 40 sono dietro l’angolo e che si stava meglio quando si stava prima.
Insomma, Strappare lungo i bordi ci è piaciuto così tanto sicuramente perché Michele è un genio. Poi, perché in base a quanto te pija bene la serata puoi scegliere su quale strato concentrarti. Ma soprattutto, perché ci ha fatto tornare bambini trattandoci da adulti.
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di
Ornella Begalli
Social media manager
Mezza messicana, mezza italiana, mi sento a casa quando parlo inglese. Mi vesto tutti i giorni di nero ma trovo sempre una scusa per riempirmi la faccia di brillantini. Carlo Emilio Gadda è il mio arci-nemico, sono più una tipa alla Ginzburg.